Amasake: cos’è e come si usa

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Risposta breve

L’amasake è un dolcificante naturale nato in Giappone che si ottiene facendo fermentare il riso o il miglio con il koji. Se ne ottiene una pasta densa che si utilizza solitamente per preparare dolci, gelati, dessert e budini o per dolcificare bevande calde.

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Amasake: cos’è?

L’amasake (o amazake) è un dolcificante naturale originario del Giappone e il suo nome significa “aroma dolce”. Questa pasta beige e densa si ottiene facendo fermentare un cereale come riso o miglio con il koji, un fungo filamentoso che si usa anche per produrre il sakè e il miso.
Contiene maltosio (il 40%), fruttosio, sali minerali, fibre, destrine, acido folico e vitamine (soprattutto del gruppo B).
E’ povero di grassi ed è un ottimo sostituto dello zucchero perché contiene un terzo delle calorie (153 kcal per 100 grammi, solo 8 kcal per un cucchiaino).

Come si usa l’amasake

L’amasake è il dolcificante tradizionale giapponese e si usa per preparare una bevanda invernale facendone sciogliere un po’ in acqua calda (una parte di amasake e due parti di acqua).
In Occidente si utilizza per preparare dolci macrobiotici, dessert, gelati, budini, abbinato a frutta secca o biscotti.

Il budino di amasake si prepara semplicemente facendo bollire la pasta di amasake e aggiungendo polvere di kuzu, che funge da addensante.

Il gelato di amasake si prepara separando tuorli e albumi e sbattendo i tuorli con lo zucchero. A parte si monta la panna. Si unisce poi tutto aggiungendo la pasta di amasake e mettendo il composto in freezer per una notte.

Preparare l’amasake in casa

Ingredienti:

  • 500 grammi di riso
  • 250 grammi di koji
  • 2 cucchiai di malto di riso

Lessare il riso in acqua non salata e farlo raffreddare. Aggiungere il koji mescolando bene e far fermentare il composto in un recipiente coperto, in ambiente caldo (almeno 25°C), per almeno 24 ore. Mescolare di tanto in tanto. Trascorse le 24 ore, assaggiare e, se il composto ha la dolcezza desiderata, metterlo nuovamente a bollire per 10 minuti per arrestare la fermentazione. Infine, lasciar raffreddare e riporre in frigo in vasetti di vetro. Consumare entro due settimane.

Ottavia Bellia
Sono Ottavia Bellia, fondatrice di questo blog e appassionata di cucina. Sono qui per condividere la mia esperienza nelle tecniche di conservazione degli alimenti e i miei consigli per una perfetta riuscita dei vostri piatti.
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