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Cos’è l’oro alimentare
L’uso dell’oro alimentare non è una moda moderna ma ha radici antiche: nell’antica Cina, in Giappone e in Egitto si usava preparare pietanze lussuose ai reali mescolando polveri d’oro alle farine e agli impasti. Stessa cosa per gli imperatori romani, ai quali venivano serviti piatti decorati con sottili foglie d’oro.
L’oro alimentare è un prodotto derivato dall’oro puro che viene utilizzato in cucina per conferire effetti decorativi alle pietanze sia in pasticceria che in alta cucina.
Come si crea l’oro alimentare
La composizione dell’oro alimentare è di solito costituita da una miscela di oro puro (deve costituire per legge almeno il 90%) e argento, che viene poi commercializzata sotto forma di fogli e lamine sottili, polvere, fiocchi e altre forme decorative. Il suo gusto è neutro e non modifica quello del piatto a cui viene aggiunto. Tuttavia, negli ultimi anni sono state brevettate delle linee di oro commestibile aromatizzato al lime, alla vaniglia e al tartufo. Questo permette di ampliare la scelta e di ottenere gusti su richiesta.
Benefici e controindicazioni dell’oro alimentare
Chi utilizza l’oro alimentare in cucina può stare tranquillo: l’impiego gastronomico dell’oro e dell’argento è naturalmente sottoposto a normativa e questi due metalli sono considerati al pari dei coloranti alimentari, e così identificati secondo la direttiva europea 94/36/CE con le sigle E175 ed E174.
Non ci sono benefici noti nell’utilizzo dell’oro alimentare, così come non ci sono controindicazioni per il nostro organismo. Il consumo dell’oro alimentare è quindi innocuo.
Prezzo dell’oro alimentare
Il prezzo dell’oro alimentare dipende dalla qualità dei metalli utilizzati (la purezza è indispensabile per garantire che non ci siano contaminazioni da metalli nocivi) e dallo spessore dei fogli.
Solitamente, la cifra si aggira intorno ai 150 euro al grammo. Una confezione di 20 fogli d’oro da 44 mm di lato e dallo spessore di 2 micron costa circa 15 euro.