Sebbene non sia possibile conoscere esattamente quante mandorle ci siano in 30 grammi, visto che la grandezza dei semi è variabile, si può fare un calcolo considerando il peso medio di una mandorla sgusciata, che è di 1,0-1,2 grammi. Dunque, 30 grammi corrispondono a circa 25 mandorle.
30 grammi di mandorle quante sono
La mandorla è il seme commestibile dell’albero del mandorlo (prunus dulcis). E’ un alimento ricco di fibre, vitamine (soprattutto A, B ed E), sali minerali (calcio, ferro, fosforo, rame e potassio) e proteine.
Bastano circa 30 grammi di mandorle al giorno, come per tutta la frutta secca, per beneficiare delle loro molte proprietà: riducono il colesterolo, fanno bene a pelle, ossa, capelli, hanno proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, combattono l’ipertensione e tengono sotto controllo la glicemia.
Conoscere quante mandorle ci sono esattamente in 30 grammi non è possibile, poiché la grandezza di questi semi è variabile. Ma, poiché tutti i regimi dietetici richiedono quantità precise, si può fare un calcolo considerando il peso medio di una mandorla sgusciata, che è di 1,0-1,2 grammi.
Dunque, 30 grammi corrispondono a circa 25 mandorle.
L’importante è sempre non esagerare, poiché si tratta di un alimento molto calorico, come tutta la frutta secca. Infatti, 30 grammi di mandorle apportano circa 200 kcal. E’ quindi bene fare attenzione a quello che si consuma nel corso della giornata per non superare il fabbisogno calorico.
Le mandorle si possono consumare sia da sole che da aggiungere allo yogurt, come spuntino spezza-fame di metà mattina o metà pomeriggio.
Sono molto utilizzate in pasticceria per preparare dolci, biscotti o le paste di mandorla siciliane, ma bisogna in questo caso fare i conti con l’apporto calorico finale.
Le mandorle sono molto utilizzate anche nelle diete vegane, a lamelle, grattugiate o granella da aggiungere a primi o secondi piatti.
Inoltre, se ne ricava il “latte” di mandorla, una bevanda vegetale che si può preparare facilmente anche in casa a partire dalle mandorle pelate e frullate, dalle quali viene poi filtrato il cosiddetto “latte”.