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No, lo zafferano non contiene nichel in quantità rilevanti. Può, quindi, essere consumato tranquillamente.
Lo zafferano
Lo zafferano è una spezia che si ottiene dal fiore del croco, una pianta erbacea perenne che fiorisce in autunno; tra ottobre e novembre ha luogo la raccolta dei fiori dello zafferano: i fiori hanno un bel colore lilla, e i loro stigmi vengono raccolti ed essiccati per la produzione dello zafferano.
Questa spezia preziosa (e costosa) ha proprietà antidepressive, antitumorali, sedative, antispasmodiche, è efficace nel trattamento della sindrome premestruale, e studi hanno confermato che stimola la produzione di ormoni responsabili del desiderio sessuale. Lo zafferano contiene, inoltre, carotenoidi, che conferiscono il colore giallo-oro, folati, manganese, omega 3 e 6, vitamina A, B1 (tiamina) e B2 (riboflavina).
Nello zafferano c’è nichel?
Il nichel è un metallo presente in praticamente tutti gli alimenti, in quantità variabile, ed è quindi difficile escluderlo del tutto dalla dieta.
Ma ci sono alcuni alimenti che possono essere consumati in tranquillità poiché ne contengono minime quantità, e fra questi troviamo lo zafferano. Vediamo quali sono:
- alcune spezie: curcuma, peperoncino, pepe rosa, paprika, zafferano, zenzero;
- latte e derivati (fatta eccezione per latte di mandorla, di pistacchio, di soia, d’avena);
- cereali e simili: farro, quinoa, semola, riso, kamut;
- olio d’oliva, olio di riso, aceto di riso e aceto di mele;
- carni bianche e rosse (fatta eccezione per il fegato);
- uova;
- pesci di piccole dimensioni (poiché l’accumulo di nichel è minore);
- alcuni vegetali: ceci, melanzane, barbabietole, zucche, zucchine, peperoni, radicchio rosso, valeriana, finocchi, scarola, indivia, lattuga canasta e iceberg, ravanelli; limoni, arance, mandarini, pompelmi, banane, mele, pesche, castagne, meloni;
- alcuni salumi: prosciutto crudo, fesa di tacchino, bresaola.
L’intolleranza al nichel
Il nichel è presente non solo nei terreni in cui vengono coltivati frutta e verdura, ma anche nelle acque, per cui lo si trova anche nel pesce.
Gli alimenti assolutamente da evitare sono quindi:
- frutta secca: noci, mandorle, pistacchi, nocciole;
- cacao e liquirizia;
- margarina;
- molte spezie: pepe, menta, noce, moscata, origano, basilico, alloro, cannella, cumino, prezzemolo;
- cibi in scatola;
- lievito chimico;
- farina di mais e integrale;
- crostacei, molluschi e pesci di gradi dimensioni come salmone, tonno, sgombro, aringa, merluzzo;
- superalcolici e vino;
- caffè, camomilla e tè;
- olio di semi;
- legumi, soia e tofu;
- fegato;
- molti vegetali: asparagi, cetrioli, cavoli, cavolfiori, carote, cipolle, funghi, mais, patate, pomodori, lattuga, sedano, spinaci, radicchio verde;
- alcuni tipi di frutta: ananas, anguria, cocco, lamponi, mirtilli, prugne, uva, kiwi.
Chi è allergico al nichel sviluppa la sintomatologia sia per “accumulo” (consumando abitualmente alimenti che lo contengono) che per “contatto” (moltissimi oggetti di uso comune, bigiotteria e cosmetici contengono nichel).
L’allergia al nichel può manifestarsi con:
- prurito ed eruzioni cutanee;
- nausea;
- stanchezza;
- insonnia;
- emicrania e acufene;
- gengive infiammate;
- gonfiori addominali.